A fronte dell’emergenza Covid19 ci troviamo nel mezzo di grandi dibattiti e con l’enorme possibilità di ripensare e trasformare il nostro modo di vivere le città e lo spazio urbano.
In particolare modo negli ultimi giorni è uscito un documento molto interessante sulla mobilità riguardo l’emergenza che le città, soprattutto quelle grandi, dovranno affrontare a causa del distanziamento sociale.
Il documento si chiama Piano Emergenziale per la Mobilità post-Covid 19 (scarica il documento) e contiene istruzioni strategiche e tecniche per evitare il collasso totale della mobilità urbana alla riapertura delle attività. E’ stato redatto dal coordinamento nazionale ciclisti, che raduna informalmente una quarantina di associazioni e gruppi spontanei attivi nella mobilità nuova e nell’ambientalismo (tra cui Legambiente, FIAB, SalvaiCiclisti etc).
Le norme di distanziamento sociale affosseranno il trasporto pubblico locale che copre il 55% degli spostamenti nelle grandi città e vedrà, con ogni probabilità e come già dimostrato a Wuhan in Cina, un uso massiccio delle auto private che porteranno al congestionamento delle arterie stradali.
È stata quindi lanciata la proposta di realizzare una Rete di Mobilità d’Emergenza (RME) in ogni città per controbilanciare il fenomeno, ovvero fornire un’alternativa leggera e sostenibile, di basso impatto sulla circolazione cittadina.
Molte città italiane tra le quali Torino, Bologna, Milano e anche Roma hanno stanziato finanziamenti e si stanno attrezzando in questo senso.
Come Urban Center accogliamo questo stimolo al dibattito verso una mobilità più sostenibile e la proponiamo alla città di Latina, riadattandola all’esigenze di una città come la nostra che per dimensione e situazione orografica sarebbe molto avvantaggiata rispetto a molte altre città d’Italia.
Conosciamo tutti i vantaggi che questo comporterebbe per la salute dei cittadini, per la qualità ambientale, per la qualità della vita di tutta la popolazione e quanto tutto questo incida poi sull’economia in termini di risparmio sulla sanità pubblica, sull’economia degli abitanti stessi per il sostentamento delle due – tre macchine ritenute necessarie per ogni nucleo familiare.
Senza parlare del giovamento che ne avrebbe anche il settore del turismo.
Tutto questo a fronte di piccoli investimenti (come suggerito dettagliatamente dal documento stesso della RME).
Progetto:
- Per stimolare il dibattito cittadino proponiamo intanto una campagna di diffusione sull’argomento
- dibattito interno e confronto con esperti locali
- confronto con l’amministrazione.
Alcune idee di facile attuabilità:
- Moderazione del traffico tramite zone 30, pedonalizzazioni, strade ad una corsia
- Una griglia minima di ciclabili pop up (temporanee) necessarie per incentivare le persone a usare la bici tutti i giorni, che colleghino i vari quartieri con il centro, scuole, uffici pubblici etc.