Latina, città senza mura, per sua storia e natura, giovane città-territorio, policentrica, pianeggiante, nata polo di servizi all’agricoltura, diventata territorio industriale e del terziario, oggi svuotata dei suoi contenuti fondamentali e in cerca di identità, si trova, nella indifferibile necessità di individuare nuove strategie di sviluppo e politiche di governo del territorio, finalizzate alla ricerca di una idea di città.
Riteniamo che la visione che Latina si deve dare (poiché ne esistono tutte le potenzialità), è quella di una città ambientalmente sostenibile, immersa nel verde (agricolo – territoriale e urbano, pubblico e privato), con parchi di uso pubblico e parchi di salvaguardia ecologica, con corridoi ecologici creati utilizzando la sponde di alcuni corsi d’acqua, per dar luogo ad un sistema a forte caratterizzazione ambientale
E’ comunque sentita la necessità di una pianificazione strategica, nelle varie forme più attuali e moderne, come “scelta partecipata” al fine di fissare i futuri scenari e per gli interventi sul territorio, inteso come “Bene pubblico”; essa non deve necessariamente coincidere con un nuovo Piano Regolatore Generale; progetti complessi, di riqualificazione e rigenerazione dell’esistente, grandi opere, infrastrutture, recupero delle zone degradate, possono costituire le premesse per lo sviluppo equilibrato della città, a condizione che alla base di tutto ciò vi sia un’idea della città.
Vediamo, più in particolare, quali sono gli aspetti salienti, oggi emergenti, che possano configurare un quadro complessivo, al quale fare riferimento per gli interventi strategici futuri:
- in considerazione del fatto che i volumi realizzati, conteggiando anche quelli sorti abusivamente, secondo alcune stime, sono sufficienti per una città di oltre 200.000 abitanti, a fronte di una popolazione attuale di poco più di 125.000 abitanti, pur avvertendo ancora la possibilità di uno sviluppo edilizio, sia pure limitato a pochi interventi di completamento all’interno del PRG del ‘72, è da considerare assolutamente preminente l’esigenza di interventi di rigenerazione, recupero e riqualificazione di estesi ambiti del territorio, oggi decisamente degradati, con il blocco dell’ulteriore espansione della città diffusa ed avvio di una sua riqualificazione in forma di sistema policentrico organizzato per nodi, ciascuno dei quali dotato di adeguati spazi, funzioni di eccellenza in rete e servizi di interesse collettivo;
- l’agricoltura mostra ancora una certa vivacità, soprattutto per quanto riguarda le colture specializzate (fiori, ortaggi, zootecnia). E’ necessaria, pertanto, un’adeguata pianificazione, in termini soprattutto di tutela e riqualificazione ambientale e paesistica, della zona agricola, con il recupero e la valorizzazione della maglia delle strade e dei corsi d’acqua della bonifica e precedenti ad essa, la ricostruzione delle fasce frangivento e la creazione di corridoi ecologici, nel senso anche di una riforestazione degli argini dei canali e dei corsi d’acqua, la tutela degli ambiti storico-archeologici (Satricum, la Via Appia, Acciarella, Casal Traiano, Fogliano, i Casali dell’Agro) e paesistici di particolare pregio, quali il sistema Astura – Fosso di S. Antonio, il sistema Ninfa – Sisto – Canale delle Acque Medie – Rio Martino, il sistema Fosso Spaccasassi – Collettore delle Acque Alte, il sistema Gorgolicino – Cicerchia.
- il settore turistico, a Latina, è sempre rimasto quasi totalmente al di fuori della scena economica; è necessario recuperare il tempo perduto, anche riconsiderando l’assetto di tutta la fascia costiera, da Rio Martino all’Astura, collegandosi necessariamente con Nettuno, da una parte, e Sabaudia, dall’altra, oltre che con i centri collinari dei Lepini al fine di considerare l’attività turistica una risorsa economica per tutta la comunità e non solo per pochi. Strettamente legato allo sviluppo turistico, è il problema della qualità urbana e, più in generale. del territorio, attualmente di livello molto basso. Infatti si avverte l’esigenza di creare e manutenere lo spazio pubblico, organizzato secondo un disegno di insieme che possa formare un “sistema” di spazi pubblici ben progettati, ben realizzati, ben alberati, ben arredati, ben mantenuti;
- il recupero del Centro Storico, secondo una nuova concezione di esso, rispetto al “vecchio” R0, non limitandolo all’R0 stesso, ma includendovi alcuni ambiti, attualmente nelle zone R: oltre al Quartiere Nicolosi, l’area dello stadio (con il “problema Key”) e del Tribunale, dell’Università (nell’ex 82° Ftr), dell’Ospedale, forse fino a comprendere il Parco S. Marco ed i Palazzi Barletta.
- la realizzazione di un sistema infrastrutturale integrato, con la realizzazione della Mare-Monti e della tangenziale Nord, a scala più ampia, il collegamento con Roma, Frosinone e l’Autosole (nuova Pontina, nuova S.S. 156).
Appare indispensabile rivedere i modelli di mobilità urbana, dando la preminenza al trasporto pubblico e con la realizzazione di un sistema di percorsi ciclabili e di aree pedonalizzate e a traffico limitato, lo ribadiamo, non soltanto nelle zone centrali della città; inoltre è necessario redigere un piano per i parcheggi, che si inserisca in un sistema complessivo, che preveda relazioni con il contesto e lo spazio pubblico circostante;
- la riqualificazione delle zone R, nelle quali si avverte pressante l’esigenza di creare delle strutture di aggregazione sociale, quasi totalmente dimenticate nei piani particolareggiati di tali zone (ribadiamo, ancora una volta, che a Latina, in particolare nelle zone R, non si realizza uno spazio pubblico o una piazza da decenni), dove i cittadini possano ritrovarsi ed identificarsi;
- gli interventi nei borghi, i quali dovranno tendere a diventare terminali di servizi essenziali, e non soltanto aggregati urbani, più o meno dequalificati, agli incroci stradali.